Al DAR, esposizione permanente dei progetti Dainese che hanno segnato il progresso nel campo della sicurezza, della performance sportiva e del design, Marc Sadler ha raccontato il processo creativo e l’esperienza che ha generato il primo paraschiena.
“Osservando le antiche armature e ancor di più gli animali in natura (milioni di anni di esperienza!) era chiaro che il trucco per proteggere la colonna vertebrale stava nello scaricare la forza generata dagli impatti alle fasce muscolari laterali. Disegnai una sorta di catena dove la singola maglia, ovvero la placca del paraschiena, faceva da ponte sovrapponendosi alla maglia successiva. Nel corso del tempo il sistema è stato implementato con la creazione di catene più lunghe o più corte per disporre di variabili di prodotto. Ma è soprattutto la struttura della catena che è evoluta con la messa a punto di placche diversamente sagomate (prima erano uguali fra loro) per meglio adattarsi alla morfologia della schiena, a beneficio del comfort. In seguito sono arrivate soluzioni sempre più sofisticate per renderlo più leggero e traspirante (con strutture a nido d’ape), ancora più performante (con nuovi materiali dal miglior coefficiente di assorbimento all’impatto, etc.), in un costante lavoro di team finalizzato al conseguimento di un grado sempre più elevato di capacità e di efficienza sul piano tecnico e alla sua diffusione verso altre discipline sportive. Un progetto entusiasmante per un prodotto davvero utile (prima non c’era), che ha salvato delle vite umane, uno dei progetti dei quali vado più fiero”.
At the DAR (Dainese Archive), a permanent exhibition of Dainese projects that have advanced safety, sports performance and design, Marc Sadler shared insights into the creative process and experience behind the first back protector.
“Observing the ancient armor and even more so animals in nature (millions of years of evolution!) made it clear that the key to protecting the spine was to redirect impact forces to the lateral muscle bands. I designed a kind of chain where each link, i.e., the back protectors plate, acted as a bridge overlapping the next . Over time the system was refined by creating longer or shorter chains to offer product variations. The chain structure evolved significantly, with the development of differently shaped plates (earlier plates were identical) to better adapt to the morphology, improving comfort. Later increasingly sophisticated solutions were introduced to make it lighter and more breathable (with honeycomb structures), more efficient (new materials with higher impact absorption coefficients), and better suited to other sports disciplines. This was a project for a trully useful product (it didn’t exist before), which has saved lives. It’s one of the projects I’m most proud of”.